domenica 22 maggio 2011

Lo Zio Beppe e le Nuvole


Mio zio Beppe aveva lavorato all'istituto aeronautico militare per 12 anni. In quell'ambiente era considerato un genio, l'unico capace di intuire i capricci del tempo con tre giorni di anticipo semplicemente guardando i grafici delle temperature. Poi all'età di 45 anni, una fredda mattina di Dicembre, decise che si era stancato di indovinare il cielo da un computer. Entrò nell'ufficio dell'Ammiraglio e gli comunicò che lasciava il suo lavoro per tornarsene nel suo paesino di montagna, “mettersi in proprio” disse esattamente così.

Mio Zio Beppe nacque nel luglio del '65. Sin da bambino passava le sue giornate con il naso all'insù, con la testa tra le nuvole.
Era un ragazzino molto intelligente e già dalle elementari dimostrò un talento naturale per la matematica.
Era un bambino abbastanza chiuso e solo, ma era dotato di un'immaginazione straordinaria per cui, in mancanza di amichetti con cui giocare, giocava con le nuvole, le ridisegnava come se fossero mattoncini di lego colorati Restava sdraiato sul prato e le guardava passare e si misurava con sé stesso nel cogliere all'interno di queste personaggi, volti e forme che poi utilizzava per inventarsi incredibili storie a puntate.
Si diplomò con il massimo dei voti e poi vinse una borsa di studio che gli consentì di andare a studiare meteorologia in Svizzera. Laureatosi con il massimo dei voti nell'89 venne chiamato all'istituto aeronautico militare.
E poi c'era Marianna.
Si conobbero durante una conferenza sul cambiamento climatico a Ivrea, e fu subito amore.
Non riesco a immaginare come la cosa sia potuta accadere anche perchè, parliamoci chiaro, lo zio per quanto intelligente e brillante, non era certo un tipo avvenente, né uno che con le donne ci sapesse fare un granchè. Fatto sta, pare che quella sera lo zio avesse una congiunzione astrale ottimale (con Marte in Toro e Venere in Pesci) che gli infuse abbastanza coraggio per avvicinarsi durante la pausa caffè a quella donna con il caschetto biondo che aveva notato seduta in seconda fila, e azzardare quello che lui ricorda sempre come il miglior approccio della sua vita: “Oggi fa proprio freschetto vero? Eh, per ora dobbiamo accontentarci di questa alta pressione” Lei si incuriosì per quello strano personaggio e si lasciò portare a cena fuori la sera stessa.
Il resto lo potete immaginare.
Marianna e lo Zio Beppe stettero assieme per 8 meravigliosi anni, quando poi, una fredda mattina di Dicembre, lei decise di piantarlo per un'insegnante di WindSurf e scappare con lui in Africa.
Fu quella mattina che lo zio lasciò il lavoro.
Seduto nudo sul water di casa sua, lo Zio Beppe piangeva e ripensava a lei.
Guardò il cielo dal lucernaio che stava proprio sopra la sua testa e vide passare una nuvola bianca, e così, automaticamente, iniziò a fare il suo gioco di sempre, che poi era diventato il LORO gioco di sempre, quello che fanno i bambini: trovare forme, animali e volti all'interno delle nuvole.
Come bambini passavano ore sdraiati nel loro giardino a guardare le nuvole passare “Ecco lo vedi? Un cane, si vede la coda, quella è la testa, e poi più giù le zampe...E la caffettiera? La vedi la caffettiera?Il manico, il beccuccio... Guarda lì, si vede un profilo di donna, Sembra il tuo profilo! Guarda che Nasone!
Erano talmente allenati a fare quel gioco insieme che vedevano le stesse cose.
Erano passati ormai venti anni da quella mattina di Dicembre, e per vent'anni nessun'altra donna aveva occupato quel posto, lasciato vuoto nel suo cuore. Il suo progetto, era diventato per lui l'unica sua ragione di vita.
Ma quel giorno finalmente il suo marchingegno era pronto. Lo zio Beppe sentiva che ce l'avrebbe fatta. Lavorava ormai da vent'anni alla macchina delle nuvole, un congegno in grado di generare nuvole con una forma determinata, e radiocomandabili in qualunque parte del mondo. Aveva già eseguito diversi esperimenti, tutti andati a buon fine: una nuvola a forma di cappello da Cow Boy aveva attraversato il cielo di Seattle in occasione dell' International Rodeo Festival, e una, a forma di veliero, durante il varo di una nave da Crociera a Cipro. Ma queste per lui erano solamente prove.
Sapeva che con la sua invenzione sarebbe diventato ricco: nuvole pubblicitarie, nuvole di auguri, nuvole di protesta...aspettava e si godeva il momento.
Le condizioni climatiche erano perfette per la generazione della nuvola più importante della sua vita: pressione atmosferica a regime, umidità relativa costante e vento da Sud-Est.
Caricò l'immagine attraverso il software da lui creato e schiacciò il pulsante Ok.
Quella mattina Marianna, seduta su una panchina a Capetown, sentiva il profumo dell'estate che stava per iniziare e il sole che stava tramontando tingeva tutta la città di una luce rossastra. Quel cielo africano senza una nuvola le dava l'impressione che il suo spirito potesse innalzarsi all'infinito. E fu in quel momento che la vide: era gigante e bianchissima, passava rapida davanti ai suoi occhi, mossa da un vento invisibile. Stette lì ad osservarla, e senza rendersene conto iniziò a giocare come faceva sempre: Udì chiaramente la voce di Beppe che le diceva ”Guarda Marianna, lì si vede un profilo di donna, guarda, sembra il tuo nasone!” e lei gli rispose “Ma le hai viste le orecchie del tipo che le sta accanto? Sono giganti! Sembrano le tue!” “Marianna, quegli occhi, quegli occhi sono proprio i tuoi, e guarda bene, lui, ha un neo sotto il labbro, è il mio neo”....Marianna stette in silenzio per un attimo continuando a osservare quella nuvola con la forma dei loro profili che si guardavano negli occhi sorridenti. “Siamo Noi Due Beppe” disse Marianna “Siamo noi due vent'anni fa”. “Vedo che non ti sei dimenticata di me” disse lui, io di te non l'ho fatto neanche per un secondo” lei sorrise, si voltò a guardarlo, ma era sola su quella panchina.
La nuvola continuò ad attraversare rapida l'orizzonte, poi si perse da qualche parte nel cielo.



Capelli

Diamoci un taglio và!

Balene





e poi tango